Vogliamo anche noi ricordare ALESANDRO MENDINI, architetto, designer e artista italiano.

Mendini è tra gli innovatori del design italiano e membro autoritario del gruppo ALCHIMIA; brillante, visionario e curioso di sperimentare in discipline diverse ha sempre considerato “l’uomo” al centro di ogni suo progetto, partiva dalla persona per arrivare a definire gli oggetti come elementi in grado di soddisfare e gli spazi come dimensione psicologica di chi li abita.

Ognuno di noi ha una casa mentale molto più articolata, frutto di parti di case possedute o sognate…è il bisogno di personalità contro l’anonimato della serie, di identificazione contro il grigiore della funzionalità. L’arredamento diventa il teatro della vita privata, quella scena, sommataria di immagini e di ricordi, dove ogni casa è finalizzata a creare la casa palcoscenico“.

Mendini è il protagonista di una vera e propria rivoluzione del design e con la sua visione ha affascinato molti produttori tra cui Alessi, Bisazza, Cartier, Swatch, Swarovski…; molto famosi sono i suoi mobili come la collezione “Museum Market” del 1993 e la “Poltrona Proust” esposta al Triennale Museum Design e al Museo delle Arti di Catanzaro.

Ha vinto per due volte il premio Compasso d’oro nel 1979 e nel 1981, ha diretto anche riviste di architettura tra cui Domus, Casabella e Modo, da lui fondata.

Numerosi sono gli edifici da Lui progettati come ” LA TORRE DELL’OROLOGIO” a Gibellina, “IL GRONINGER MUSEUM” nei Paesi Bassi, “LA TORRE DEL PARADISO” a Hiroshima, le FABBRICHE ALESSI, per citarne alcuni.

Gli oggetti che creava dovevano procurare nel loro utilizzo “pensiero, allegria, spiritualità e simpatia”, trasformando così le azioni comuni in momenti ludici e briosi.

Alessandro Mendini vedeva il futuro del design come una scena aperta, senza nessuna forma di programmazione ma con un punto fermo, ovvero l’oggetto doveva essere concepito per “trovare amici”, stimolare l’attenzione e muovere il cuore dei suoi fruitori.