“L’esperienza non dà certezza né sicurezza. Aumenta, anzi, le possibilità di errore. Più passa il tempo, più difficile diventa progettare meglio. L’antidoto? Ricominciare ogni volta da capo con umiltà e pazienza.”

                                                                                                                    (Achille Castiglioni)

Dal 6 0ttobre 2018 al 20 Gennaio 2019 presso la Triennale di Milano si terrà la mostra dedicata ad Achille Castiglioni, una grande mostra per il centenario della sua nascita a cura di Patricia Arquiola in collaborazione con Federica Sala, che celebra uno dei più importanti personaggi del design italiano analizzando il suo operato nel design, nell’architettura e negli allestimenti di mostre.

Achille Castiglioni dopo essersi laureto presso il Politecnico di Milano lavora nello studio dei fratelli maggiori Livio e Pier Giacomo dedicandosi a progetti che variano dall’architettura all’urbanistica, dalle esposizioni al product design.

Il design di Castiglioni è improntato sulla funzionalità e al riuso funzionale degli oggetti già esistenti; chi di noi non conosce almeno un arredo firmato dal maestro come la famosa sedia “Mezzadro“, seduta creata con l’utilizzo di un vecchio sedile di un trattore, la lampada “Tubino” o la famosissima lampada da terra “Arco“, il tema della luce diverrà di fatti uno dei punti focali della sua progettazione.

Essendo la funzionalità caposaldo della sua inventiva, Castiglioni applica il “redesign“, gli oggetti della tradizione vengono ridisegnati per riaggiornarli sul piano comunicativo.

Durante la sua lunga carriera ha ricevuto moltissimi premi, riconoscimenti e numerosi “compassi d’oro”, come per la macchina per il caffè “Pitagora“, lo spillatore di birra “Spinamatic“o ancora per la lampada “Parentesi“, questi solo per citarne alcuni.

Non vi resta che visitare la mostra su questo grande personaggio dell’architettura e del design industriale italiano, collezionista di oggetti di cui studiava attentamente i materiali, la struttura e il meccanismo per reinterpretarli e riproporli; non solo un grande professionista del passato ma un uomo a cui ci si ispira tutt’oggi perché Lui progettava per la qualità dell’esistenza.