L’origine del Neomodern Design

Il Neomodern affonda le sue radici nel Radical Design di cui abbiamo parlato nel nostro articolo precedente.

Il Neomodern si presente con modi e tecniche molto diverse dal Radical Design, per alcuni le ragioni di questo mutamento consisterebbero nel fatto che molte delle premesse su cui si fondava il Radical Design si erano rilevate inesistenti: prime fra tutte la creatività e la manualità di una classe proletaria che non si è mai formata.

Di fronte a queste delusioni, contraddizioni e crisi del mondo contemporaneo, il design neomoderno reagisce indicando un infinito mondo di oggetti tutti da inventare, non solo giusti e necessari, ma pure fantasiosi, allegri, creativi e da comprare.

Nascono così tavoli con basi in legno laminato e piani d’appoggio in cristallo sorretti da gambe contorte, centrotavola in celluloide colorata, lampade smaltate a forma di puntaspilli, mobili che si compongono con vari elementi.

Raggi dice: ” Il Neomodern stabilisce un’analogia tra design e moda (fashion) assumendo la variabilità e la mutazione continua degli stilemi come un dato di comportamento accettabile. Lo stile tende all’assoluto, la moda alla relatività. Non a caso nella presentazione al pubblico di alcuni prodotti del design neomoderno si preferisce parlare di collezione, nelle quali stagione dopo stagione le forme si alternano velocemente”.

Gli esponenti italiani del Neomodern Design

Il Neomodern si presenta come tendenza culturale vastamente diffusa in campo internazionale; in Italia si coaugula intorno ai due studi milanesi ALCHIMIA e MENPHIS. ALCHIMIA fu fondato nel 1977 da Alessandro Guerriero, lo studio da una parte progetta, manipola e produce in piccola serie arredi “firmati” e dall’altra vende e diffonde idee attraverso mostre, pubblicazioni e operazioni d’architettura; così un progetto diventa una mostra, la mostra un libro e un disegno diventa progetto.

Seguendo il cliché dell’alta moda lo studio sfoggia collezioni annuali, l’ultima delle quali “IL MOBILE INFINITO“, 14 elementi(sedia, tavolo, angoliera, letto…) dalle superfici scure e magnetizzate sulle quali si potevano applicare le più svariate decorazioni, a questa “collezione” hanno lavorato circa trenta persone tra architetti e designers.

Mendini dice:” Il MOBILE INFINITO propone un concetto disomogeneo dell’arredo perché afferma che gli oggetti dentro casa sono un accumulo, una foresta, un groviglio di avvenire e di passioni”.

MENPHIS è una società di recentissima formazione, ideatore è Ettore Sottsass dalle idee molto chiare sulla produzione e diffusione a scala internazionale di arredi per un nuovo modo di immaginare la casa e gli oggetti di tutti i giorni; a lui si sono uniti produttori di mobili, titolari di negozi di arredamento e i contributi di numerosi operatori culturali, artisti e critici.

Per la prima collezioni di 30 pezzi sperimentali, oltre ad artisti italiani tra cui De Lucchi, Mendini, Navone e Zanini, sono stati chiamati design stranieri come Michael Graves, Hans Hollein, Arata Isozaki, Shiro Kuramata.

I protagonisti e le loro produzioni

Analizziamo ora il design neomoderno attraverso la produzione dei personaggi protagonisti e delle tendenze.

Ettore Sottsass, capo storico del Radical Design, già negli anni ’50 usa prepotentemente il colore prendendo le distanze dal design ufficiale; ora dimostra come tra gli oggetti di un’architettura popolare ci possono essere moduli razionalisti, parallelepipedi e piedistalli massicci.

I suoi mobili, come egli stesso sostiene, non legano con nulla e non possono produrre coordinati, stanno da soli  come i monumenti nelle piazze.

Alessandro Mendini lasciando il Radical Design dove progettava valige per l’ultimo viaggio, lampade senza luce e incendiava sedie, interpreta ora il design in una forma da lui definita “Banal Design”.

Opera attraverso due tipologie di “ridesign”: quello su arredi famosi dei Maestri ( Thonet, Colombo…) e quello su oggetti di tutti i giorni, come scrivanie, sedie.., .presi dai rigattieri e sui quali applica decori alla Kandisky o macchie alla Seurat come per la tappezzeria dell’immaginaria poltrona Proust disegnata per Alchimia nel 1977.

Andre Branzi, ex Archizoom, dopo aver teorizzato il primo modello di città senza architettura “NO-STOP-CITY”, riparte da una rifondazione dell’architettura con un microcosmo decorativo; su un altro fronte la sua produzione di arredi, come “Il MOBILE-BAR-MILANO”, “la LIBRERIA-LIBERA”, “la CHAISE-LOUNGE-GINGER” che si fonda su accostamenti di forme semplici, piani, lastre, coni rovesciati dove il passato è volutamente “tradito” per il presente.

Il lavoro di Paola Navone è interessante sul piano coloristico e decorativo, sperimenta nuovi stampati per laminati plastici; ancora ci sono gli UFO (Lapo Binazzi e Sandro Bachi) con le loro lampade parodia del dollaro e delle sigle cinematografiche della MGM e della PARAMOUNT; Michele De Lucchi progetta una serie di elettrodomestici colorati, Trix e Robert Haussmann che reinterpretano una forma, come una colonna, cambiandone la scala, la funzione e la decorazione.

Il Neomodern tende a colludere sempre più con l’industria e il mercato, tutto il fenomeno del cosiddetto controdesign italiano ha trovato nelle tendenze e nelle strutturazioni interne del mercato la propria sopravvivenza.

Da GAG è tutto, vi aspettiamo con un nuovo post con tante altre curiosità pe Voi!!!